VERIFICA FINALE
PROVA SCRITTA DA SVOLGERE IN CLASSE A CONCLUSIONE DELL'UNITA' DIDATTICA
Indicazioni per lo svolgimento della prova.
Durata della prova: 2 h.
La prova si articola in due parti distinte, corrispondenti alle riflessioni sui due autori considerati. In conclusione viene richiesto un confronto tra i due autori - analogie e differenze - che può essere utilmente integrato da riflessioni personali adeguatamente motivate. Si richiede pertanto l'elaborazione di due commenti organici - o in alternativa, a scelta dello studente, di una riflessione organica complessiva in forma di "tema" - che abbiano (abbia) il carattere di un breve saggio e utilizzino (utilizzi) i punti e le domande evidenziate solo come guida e supporto per l'argomentazione.
Non si svolga l'elaborato come risposta ad un questionario.
Parte Prima
6.52
Noi sentiamo che, anche una volta che tutte le possibili domande scientifiche hanno avuto risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppur toccati. Certo allora non resta più domanda alcuna; e appunto questa è la risposta
6.521
La risoluzione del problema della vita si scorge allo sparire di esso. (Non è forse per questo che uomini, cui il senso della vita divenne, dopo lunghi dubbi, chiaro, non seppero poi dire in che consisteva questo senso?)
[Da L.Wittgenstein, Tractatus Logico-Philosophicus, Einaudi, Torino 1968]
Dopo aver letto le due proposizioni qui sopra riportate, utilizza i seguenti punti come guida per l'elaborazione della riflessione su Wittgenstein:
Parte seconda
Noi vorremmo riflettere sul linguaggio e soltanto su di esso. Il linguaggio è linguaggio e nient'altro. Il linguaggio è il linguaggio. L'intelletto educato alla logica, uso a tutto sottoporre a al processo calcolante, e perciò appunto il più delle volte presuntuoso, chiama questa proposizione una vuota tautologia. Dire due volte nient'altro che la stessa cosa: linguaggio è linguaggio, com'è possibile che questo ci porti avanti? Vorremmo soltanto ci fosse dato di giungere là dove già siamo [...]
Il riflettere sul linguaggio esige pertanto che noi ci inoltriamo entro il parlare del linguaggio per prender dimora presso il linguaggio: nel suo parlare, cioè, e non nel nostro. Soltanto così possiamo raggiungere questo dominio entro cui può riuscire, come può anche non riuscire, che il linguaggio ci riveli la sua essenza. E' al linguaggio che va lasciata la parola. Non vorremmo né fondare il linguaggio in qualcosa di estrinseco e altro rispetto ad esso, né vorremmo spiegare per mezzo del linguaggio altro dal linguaggio stesso.
[da M. Heidegger, Il linguaggio, in In cammino verso il linguaggio, a cura di A. Caracciolo, Mursia, Milano 1990, p. 28]
Dopo aver letto attentamente i due passi qui sopra riportati, elabora un commento scritto organico seguendo come guida i punti qui sotto indicati. Fai riferimento sia al contenuto delle lezioni dell'unità didattica, sia ai brani letti e commentati in classe.
E' possibile integrare il commento alle domande con riflessioni personali. Si ricorda che queste devono essere in ogni caso adeguatamente motivate.