Torna al sommario di Comunicazione Filosofica Comunicazione Filosofica n. 8 - febbraio 2001 Manipolazione delle coscienze (Testo J)L’analisi dei meccanismi del totalitarismo è tra i temi più classici degli autori della Scuola di Francoforte. Infine, dovremmo ricordare che il totalitarismo considera le masse non come esseri umani autonomi che decidono razionalmente del proprio destino e ai quali bisogna, quindi, rivolgersi come a dei soggetti razionali, ma li tratta come meri oggetti di provvedimenti amministrativi cui si insegna, soprattutto, a essere remissivi e a obbedire agli ordini. Tuttavia, proprio quest'ultimo aspetto esige un esame in qualche modo più approfondito, se deve significare qualcosa di più della solita frase fatta sull'ipnosi di massa sotto il fascismo. È estremamente dubbio se si verifichi veramente una reale ipnosi di massa nel fascismo, o se non si tratti, invece, di una comoda metafora che permette all'osservatore di rinunciare a ulteriori analisi. Probabilmente, la mentalità fascista è caratterizzata più dal calcolo cinico che dall'intossicazione psicologica. Inoltre, a nessuno che abbia avuto modo di osservare gli atteggiamenti fascisti può sfuggire il fatto che persino quelle scene di entusiasmo collettivo cui il termine «ipnosi di massa» si riferisce evidenziano momenti di manipolazione cosciente, ad opera del leader e addirittura dello stesso soggetto individuale, il che difficilmente può essere considerato come il risultato di un contagio puramente passivo. Per dirla in termini psicologici, l'Io gioca un ruolo troppo importante nell’irrazionalità fascista per autorizzare un'interpretazione della presunta estasi come mera manifestazione dell'inconscio. Nell'isteria fascista c'è sempre un che di sedicente, di falso, di autoimposto che richiede un'attenzione critica se la teoria psicologica sul fascismo non deve sfociare negli slogan irrazionali che lo stesso fascismo favorisce. Ora, dove vuole arrivare la propaganda fascista e, in particolare, antisemita? A dire il vero, il suo fine non è «razionale», in quanto non fa nessun tentativo di convincere la gente, e si ferma sempre a un livello non argomentativo. In questo contesto, due fatti meritano un'indagine più approfondita:
Theodor Wiesengrund adorno, Antisemitismo e propaganda fascista, in Contro l’antisemitismo, Roma 1994, pp. 62-63. |