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Comunicazione Filosofica n. 4 - dicembre 1998

 

Relazione di José M. Gutierrez

LA FORMAZIONE PEDAGOGICA INIZIALE DEI PROFESSORI DI FILOSOFIA DELLA EDUCAZIONE SECONDARIA PRESSO L’UNIVERSITÀ DI BARCELLONA

 

Introduzione

L’attuale formazione iniziale dei professori di filosofia della Educazione Secondaria presso l’Università di Barcellona si compone di un’ampia formazione disciplinare, come per un diploma universitario (quattro corsi accademici), e di una breve formazione pedagogica (150 ore) al di fuori degli studi regolari: si tratta del corso per ottenere il Certificato di Attitudine Pedagogica (CAP).

Quanto alla laurea in Filosofia presso l’Università di Barcellona c’è da segnalare che, al pari delle altre Università spagnole, la configurazione dei piani di studi per la laurea – il cui sbocco professionale è il mondo dell’insegnamento - non risponde all’esigenza di facilitare le conoscenze disciplinari che presumibilmente gli studenti andranno ad insegnare, per la maggior parte, nel loro futuro ruolo di professori di Filosofia nella Scuola Secondaria. Le ragioni sono diverse, tuttavia può esser segnalata l’abitudine dei collegi universitari di trasferire quel che è proprio del curricolo del terzo ciclo al secondo; o, in altri termini, l’insufficiente eco che hanno le domande sociali di filosofia nella organizzazione interna degli studi universitari.

Quanto al corso del CAP, creato con la Legge Generale sull’Educazione del 1970 (1), sin dall’inizio si sono evidenziati difetti strutturali che hanno portato a studi poco qualificati e carenti, nonostante gli sforzi istituzionali per migliorarli. Alcuni dei problemi sono i seguenti:

  1. le limitazioni finanziarie e la mancanza di un impegno serio dell’Amministrazione;
  2. gli insegnanti di Filosofia, soprattutto quelli di didattica e delle discipline pratiche, sono necessariamente occasionali: non c’è tradizione che dia lo status di professore universitario a chi si specializza nella ricerca sull’insegnamento;
  3. la realtà delle Scuole Secondarie non impone un impegno serio di formazione – nonostante la buona volontà della maggior parte dei professori-tutor – per le ragioni prima accennate.

 

2. Il profilo professionale dell’insegnante dell’Educazione Secondaria

L’attuale sistema educativo (2) propone un nuovo profilo professionale dell’insegnante della Educazione Secondaria con le seguenti caratteristiche.

  1. Il professore è aggiornato scientificamente, tecnicamente e culturalmente. Le conoscenze si evolvono continuamente per cui è necessario l’aggiornamento da realizzarsi mediante la formazione permanente.
  2. Compito del professore è facilitare l’apprendimento. Il lavoro del professore di Filosofia richiede, oltre al sapere scientifico, anche il saper fare, il saper dire, il possesso delle specifiche capacità di insegnamento. In questo senso la sua funzione deve essere diretta a facilitare l’autonomia e la riflessione nel processo di apprendimento degli allievi.
  3. Compito del professore è educare. Il lavoro docente va oltre la stretta trasmissione delle conoscenze disciplinari. Deve favorire la formazione e lo sviluppo di valori e comportamenti miranti a migliorare la vita collettiva. Per questo i/le professori/esse devono seguire in modo sistematico lo sviluppo personale dei loro allievi e favorire l’interazione in aula.
  4. Compito del professore è connettere l’educazione ai media. Devono essere studiati e accolti in modo critico i problemi rilevanti della nostra società.
  5. Compito del professore è orientare e guidare nella transizione alla vita attiva. Contribuire poi allo sviluppo di programmi che favoriscano e garantiscano questo inserimento sociale.
  6. Compito del professore è riflettere sul suo operato. Il professore di Filosofia deve essere capace di produrre da sé conoscenza e di dar valore e acquisire i saperi prodottisi all’interno del processo educativo.

In ultimo, il professore di Filosofia deve occuparsi dei diversi cicli e tappe della Educazione Secondaria: Educazione Secondaria Obbligatoria (12-16 anni) e Educazione Post-obbligatoria (16-19 anni). Pertanto, la formazione di questo professore deve essere profondamente integrata con le conoscenze disciplinari, psicopedagogiche e didattiche delle diverse aree che compongono il curricolo di queste tappe.

 

3. Il nuovo progetto di formazione iniziale della Università di Barcellona

Il nuovo progetto di formazione iniziale per i professori di Filosofia dell’Università di Barcellona è stato elaborato da una équipe di professori universitari e dell’Educazione secondaria nel contesto della Divisione delle Scienze dell’Educazione.

Questo progetto intende essere una proposta:

  • Coerente con le attuali domande sociali e con il nuovo profilo professionale in cui si iscrive la formazione dei professori a partire dalla Legge di Ordinamento Generale del Sistema Educativo (LOGSE).
  • Realista.. Adesso da una parte si tratta di superare i limiti strutturali dei corsi di formazione iniziale, dall’altra si tratta di tenere in considerazione diverse ricerche, esperienze, modelli alternativi sperimentati negli ultimi anni.
  • Aperta. E’ nata con l’apporto di diversi Dipartimenti e professori della Divisione delle Scienze dell’Educazione. E, allo stesso tempo, offre un ampio ventaglio di possibilità perché questa formazione possa essere connessa con i curricoli delle altre Facoltà e istituzioni dell’Università di Barcellona.
    In questo senso, il progetto offre una doppia modalità: come corso post-laurea, come è previsto dai nuovi decreti che regolano il Corso di Qualificazione Pedagogica; come titolo proprio, offerto attraverso la Facoltà di Formazione dei Professori dell’Università di Barcellona.
  • Flessibile.. Intende adattarsi ai diversi itinerari curricolari, disciplinari e di area secondo la diversità della formazione accademica iniziale degli allievi in formazione (laureati, diplomati, maestri, ingegneri, medici, economisti, ecc.).

Si tratta di offrire una flessibilità che permetta la partecipazione degli studenti all’effettivo percorso definitivo del proprio itinerario curricolare, in modo che ciascuno degli studenti sia corresponsabile della propria formazione come insegnante.

 

3.1. Il curricolo del nuovo insegnamento

Il curricolo del nuovo insegnamento è formato da:

a) materie obbligatorie generali comuni a tutti gli studenti;

b) materie obbligatorie specifiche di ciascuna specialità;

c) materie opzionali;

d) l’insieme dei crediti corrispondenti al tirocinio.

 

a) Materie obbligatorie generali

Sono quelle materie che trattano degli aspetti sociologici, pedagogici e psicologici rilevanti per l’esercizio dell’insegnamento nella Educazione Secondaria, tenendo conto dei suoi grandi ambiti e delle sue relative particolarità: la Secondaria Obbligatoria, il Baccellierato, la Formazione Tecnico-Professionale e la Formazione degli adulti nel quadro dei programmi di garanzia sociale.

Queste materie sono state raggruppate nei seguenti blocchi:

  1. Professione, azione e tecnica docente. Questo blocco comprende aspetti come: scolarizzazione, modelli, caratteristiche, funzioni e cultura del lavoro e professionale della docenza; capacità, abilità, attitudini e valori pedagogici nel quadro specifico della Educazione Secondaria; abilità fondamentali che tutti i docenti che lavorano con adolescenti devono possedere nei campi dell’espressione, della comunicazione e della dinamica dei gruppi.
  2. Contesti dell’intervento educativo. Comprende le teorie e le istituzioni educative; la sociologia del sistema educativo e l’analisi istituzionale; la scuola come fondamento del progetto educativo e di tutti gli organismi (dipartimenti, organi di governo, commissioni) responsabili del progetto curricolare.
  3. Psicologia dello Sviluppo, dell’Adolescenza e della Educazione. Questo blocco comprende le caratteristiche, la tipologia e la problematica psico-sociale degli allievi della Educazione Secondaria, la Psicologia dell’Adolescenza, le Teorie psicologiche dell’educazione e la Psicologia dell’Apprendimento.
  4. Didattica e Curricolo. Comprende, da un lato, lo studio del curricolo della Educazione Secondaria rispetto ai paradigmi e ai modelli didattici; lo studio del disegno complessivo, dello sviluppo e della valutazione del curricolo; la conoscenza delle principali strategie didattiche. E, d’altro lato, comprende la trattazione delle specificità relative all’adattamento, alle varie opzioni, alla diversificazione, alla trasversalità.
  5. Tutor, orientamento, diversità e insuccesso scolastico. Comprende lo studio del ruolo del tutor; l’orientamento e l’intervento psico-pedagogico nei casi di mancato adattamento scolastico, di condotte conflittuali e di difficoltà di apprendimento.

Occorre tenere conto del fatto che alcune di queste materie potrebbero essere già state studiate, come materie opzionali o per libera scelta, nei corsi universitari precedentemente seguiti dagli allievi. Per questa ragione si stanno studiando le procedure necessarie perché siano convalidati gli esami già sostenuti.

 

b) Materie obbligatorie specifiche (3)

La Didattica della Filosofia è la materia che principalmente offre le conoscenze e le abilità necessarie per l’insegnamento delle differenti aree, in un orizzonte interdisciplinare, tenendo conto dei problemi derivanti non soltanto dall’insegnamento dei concetti, dei fatti e dei sistemi concettuali, ma anche di tutto quanto si riferisce alle pratiche e all’aspetto attitudinale.

L’organizzazione del Corso di abilitazione o del Titolo prevede una profonda interrelazione tra questa materia e le attività pratiche del tirocinio.

Materie di carattere scientifico e disciplinare. Oltre alla Didattica della Filosofia, vi sono materie di carattere scientifico e disciplinare che possono essere state frequentate negli anni di studio precedenti (fatto questo che permetterà che siano convalidate),oppure dovranno essere studiate come materie opzionali o di libera scelta nel quadro del curricolo del Corso o Titolo.

 

c) Materie opzionali o di libera scelta

Sono le materie di approfondimento dell’area della specificità prescelta. Hanno un ruolo importante nel conseguire la diversificazione curricolare. Sono raggruppate in tre grandi blocchi:

  1. Strumentali.. Permettono ai futuri docenti di approfondire determinate abilità e competenze di carattere generale: "Espressione drammatica", "Foniatria", "Gli audiovisivi", "Strumenti di valutaizone", ecc.
  2. Di contenuto.. Permettono ai futuri docenti di completare la loro preparazione in quegli ambiti disciplinari della loro area che non sono stati approfonditi in precedenza nel corso dei loro studi universitari.
  3. Di specializzazione didattica. Rafforzano la conoscenza e il dominio delle tecniche e deglis trumenti didattici disciplinari o di area: "Uso del computer per l’apprendimento della filosofia", "Storia della filosofia ed Etica", "Il progetto Filosofia 6/18", "Gli audiovisivi in Filosofia", ecc.

 

d) Le attività pratiche

 Il nostro progetto, come abbiamo prima visto, intende privilegiare soprattutto gli aspetti professionalizzanti e socializzanti della formazione iniziale dei futuri docenti. Per questo, gli allievi in formazione devono comprendere la convenienza di realizzare attività pratiche di insegnamento nelle differenti materie che compongono il curriculum della formazione iniziale di Filosofia. Per questa ragione le attività pratiche non sono concepite unicamente come applicazione delle teorie, ma anche, e soprattutto, come uno scenario che permette la formazione della teoria.

Tenendo conto di entrambi gli aspetti, definiamo il Tirocinio come "l’insieme delle attività pratiche che, realizzate in una istituzione che collabora con l’Università, ha come obiettivo quello di introdurre i futuri docenti nel mondo professionale in cui, probabilmente, dovranno operare".

Nel Tirocinio si dovrà cercare, quindi, di far sì che gli allievi in formazione riscoprano le conoscenze e le abilità acquisite nella formazione teorica; che apprendano ad operare, riflettendo sulla loro pratica di lavoro.

 

Problematica istituzionale

Esiste tuttavia, come abbiamo potuto constatare nel corso dell’esperienza professionale nostra e di altri, una problematica istituzionale riguardante l’organizzazione dell’insegnamento professionalizzante. Non ci sono autentici legami e rapporti di lavoro tra i professori della Educazione Secondaria e i corrispondenti Dipartimenti di Didattica. E’ pertanto necessario elaborare dei progetti che permettano di collegare l’insieme dei professori di un determinato Dipartimento universitario e i professori delle istituzioni in cui si fa il tirocinio.

 

Alcuni orientamenti sul Tirocinio

Tradizionalmente, la metodologia per portare a termine le attività pratiche professionalizzanti era di farlo attraverso un professore di Filosofia con molta esperienza. Le attività erano fondate sulla semplice osservazione e, in alcuni casi, la compartecipazione ad alcuni dei compiti di insegnamento

L’esperienza ha dimostrato che questo modo di intendere le attività pratiche è del tutto insufficiente nella situazione attuale. La nuova formazione per i professori di Filosofia della Educazione Secondaria richiede un metodo che unisca, oltre a quanto detto sul necessario coordinamento e la cooperazione tra professori universitari e le sedi del Tirocinio, anche tecniche di team-teaching e di micro-teaching.. E, soprattutto, un progetto che includa una serie di elementi e un dispositivo di valutazione sufficiente.

Il piano delle attività pratiche deve contemplare almeno le seguenti attività:

  • Discussione e preparazione di lezioni e unità didattiche.
  • Osservazione delle lezioni
  • Docenza in gruppi ristretti
  • Attività di osservazione dell’insegnamento
  • Docenza in aula a fianco del professore
  • Docenza con piena responsabilità
  • Progetto e realizzazione di attività extrascolastiche
  • Partecipazione al progetto e alla realizzazione di diversificazioni curricolari
  • Assistenza alle riunioni di Dipartimento, alle sessioni di valutazione, ai collegi, ai consigli di classe, ecc.

 

Tappe della realizzazione del Tirocinio

Riteniamo che la realizzazione del Tirocinio debba avere, come minimo, sette tappe differenti, che potranno realizzarsi in momenti diversi in accordo col progetto generale della formazione iniziale.

1. Preparazione di base. Si realizzerà presso l’Università e richiederà due tipi di attività: una con gli studenti e l’altra con i professori delle scuole che partecipano al progetto.

Gli studenti avranno a disposizione una guida delle attività in cui saranno specificati tutti gli aspetti e le caratteristiche della scuola in cui si svolgeranno le attività pratiche; un quadro generale istituzionale e normativo; e, in ultimo, un programma delle attività pratiche in cui saranno chiariti gli obiettivi, le intenzioni, e i tipi di attività che dovranno essere svolte.

I professori che collaborano al progetto, a meno che non facciano parte della Facoltà di Formazione, dovranno seguire un Seminario congiunto con i docenti dei rispettivi Dipartimenti delle Didattiche Specifiche allo scopo di unificare criteri ed elaborare strategie.

2. La seconda tappa, che si svolgerà già nella scuola interessata, consiste nella realizzazione di riunioni di presa di contatto tra i professori che collaborano al progetto e gli allievi che svolgeranno le attività di tirocinio.

In un primo momento saranno date informazioni e saranno rilevate le opinioni degli allievi sul piano di lavoro concreto, sugli orari e le attività, si chiariranno in comune gli obiettivi e saranno definite le strategie.

In un secondo momento, dovranno essere realizzate sessioni di lavoro perché ciascun allievo del tirocinio conosca i gruppi degli allievi della Educazione Secondaria con cui opererà (schede, percorsi scolastici, conoscenza del progetto curricolare dell’area a cui appartiene ciascun gruppo, relazioni con i padri, lettura degli esercizi svolti in classe, revisione delle prove di valutazione realizzate, ecc.).

3. La terza tappa consiste nella realizzazione nella realizzazione dei lavori del progetto delle unità, programmazione delle attività o preparazione dei materiali e degli strumenti didattici.. Una parte del lavoro fa capo al Seminario e dovrà essere portata a termine in collaborazione con i Dipartimenti di Didattica della Filosofia.

Come è evidente, tutti questi lavori vanno prodotti seguendo le direttive e i modelli che sono stati oggetto di studio nel corso del seminario teorico.

4. La quarta tappa, che dovrà essere contemporanea alla terza, riguarda l’osservazione.. Prevede la presenza degli allievi del tirocinio in aula e alle riunioni dei diversi gruppi di lavoro o degli organi collegiali della scuola.

Per le osservazioni in aula ci si servirà di guide per l’osservazione sistematica che avranno come oggetto di analisi tanto l’azione del professore in questione che degli allievi. Gli obiettivi di questa osservazione saranno determinati preventivamente per potere elaborare schede e categorie di analisi.

5. La quinta tappa consiste nella partecipazione alla attività docente. Vanno determinati con cura il momento e la situazione opportune per questa partecipazione. Prima dell’intervento in aula, gli allievi in tirocinio risistemeranno i loro progetti di unità e le loro programmazioni in accordo con le osservazioni fatte nella quarta tappa.

Inoltre, prima di operare davanti ad un gruppo completo di allievi, sarebbe opportuno realizzare sessioni di lavoro in gruppi ristretti per analizzare possibili problemi che possano emergere con la classe al completo. Alle sessioni di lavoro in aula potranno partecipare anche, come osservatori, altri allievi in tirocinio. Può anche risultare utile che le lezioni vengano ripetute (adattate, ovviamente, ad un altro gruppo di studenti) perché si possano correggere i difetti e superare i limiti osservati la prima volta.

6. La sesta tappa consisterà nella valutazione dei risultati e del percorso fatto. Si tratta di diverse sessioni di lavoro: sessioni congiunte con gli allievi del tirocinio; sessioni dei professori che fanno da tutor insieme con quelli incaricati della supervisione da parte degli specifici Dipartimenti di Didattica.

In queste sessioni si procederà al lavoro in comune sulle osservazioni; alla lettura e all’analisi dei materiali preparati da ciascun allievo del tirocinio; e, infine, ad una valutazione globale delle competenze e abilità di ciascuno come futuro professore.

Nei criteri di valutazione si determineranno gli items osservabili e quindi valutabili. Dovranno prevalere i seguenti aspetti, che vanno considerati fondamentali:

  • Senso di autonomia nel prendere le decisioni e nella graduale assunzione delle proprie responsabilità;
  • Sviluppo del senso di responsabilità tanto riguardo agli allievi quanto riguardo al proprio lavoro.
  • Capacità di reazione di fronte alle molteplici situazioni cui ci si trova di fronte nella azione educativa quotidiana.
  • Conoscenza e traduzione in pratica delle abilità tecniche e metodologiche nella pianificazione del lavoro docente.
  • Capacità di trasferire le questioni pratiche quotidiane ad un livello di analisi più generale e la capacità di porle in relazione con la teoria.
  • Capacità di lavoro coordinato con l’insieme della scuola e grado di partecipazione al lavoro comune.
  • Competenza nel lavoro in aula, sia per quel che riguarda la preparazione tecnica sia per la capacità di comunicazione e di empatia con gli studenti.
  • Grado di immaginazione e di creatività nel progettare o creare situazioni di apprendimento.
  • Competenza riguardo alle capacità e al possesso dei criteri e delle tecniche di valutazione e di autovalutazione.

7. La settima, ed ultima, tappa è la valutazione globale di tutto il percorso svolto. Consiste in un feed-back sull’esperienza realizzata in funzione dell’analisi teorica, con l’obiettivo di formalizzare e caratterizzare le differenti esperienze e i risultati. Questa tappa si svolgerà presso l’Università nel corso di una sessione di lavoro congiunta cui partecipano i professori delle materie teoriche, i supervisori del tirocinio e gli allievi.

Si tratta, in definitiva, di cercare di porre in relazione quella che, senza dubbio, è stata un’esperienza professionale e umana di prim’ordine con gli elementi razionali e tecnici della didattica.

 

4. Criteri di organizzazione degli studi

Le condizioni di accesso agli studi di formazione iniziale o Corsi di Abilitazione Pedagogica danno agli allievi una formazione accademica disciplinare. Le esperienze realizzate negli ultimi anni mostrano che questi allievi hanno una concezione dell’insegnamento che valorizza quasi esclusivamente la conoscenza disciplinare specifica. Ma questa opinione non è conforme alle impostazioni educative attuali ed è quindi necessario favorire un cambiamento di mentalità in questi allievi.

Perché le conoscenze da insegnare nel corso degli studi siano funzionali e significativi, è necessario che l’itinerario curricolare e la varietà metodologica utilizzata abbraccino i seguenti aspetti:

  1. Le materie obbligatorie generali devono essere trattate con la massima globalizzazione, mutua integrazione e grande rilevanza nell’Educazione Secondaria e nell’area specifica (così come le teorie sull’apprendimento lo sviluppo curricolare, la comunicazione, l’attenzione alla diversità, i modelli di trattamento dell’informazione, la motivazione, la valutazione,…).
  2. Il coordinamento tra le materie obbligatorie generali e le specifiche che permetta una maggiore comprensione e l’approfondimento delle prime. Si deve tenere conto del fatto che gli allievi mostrano maggiore interesse e sensibilità per tutto ciò che è in relazione con la disciplina concreta.
  3. Coordinamento tra le materie della parte teorico-pratica e il tirocinio. Si deve evitare che, a parte l’ovvio contrasto tra teoria e pratica, nascano contraddizioni riguardo alle concezioni sui modi di insegnare, al fatto educativo, e così via, tra i professori del corso e i tutor del tirocinio.
  4. Contemporaneità e alternanza tra l’impostazione delle materie teorico-pratiche e le pratiche nelle scuole. Malgrado le difficoltà delle condizioni di studio degli allievi, si tenderà a ottenere la massima contemporaneità e alternanza possibile tra l’insegnamento teorico-pratico e le attività del tirocinio a scuola, e dovranno essere garantiti i processi di riflessione sulle esperienze nel tirocinio.
  5. Facilitare la formazione disciplinare, in modo da raggiungere il dominio dei contenuti dell’area (che deve di norma essere multidisciplinare o relativa ai contenuti non studiati nel corso di laurea); alcuni insegnamenti relativi alle materie obbligatorie generali (quelli che negli itinerari curricolari si considerano propedeutici) devo potersi frequentare durante il corso di laurea per libera scelta e valere come crediti per ‘accesso agli studi per diventare professore della Educazione Secondaria.

 

NOTE

1 Ministero dell’Educazione, Legge Generale sull’Educazione e sul Finanziamento della Riforma Educativa, 4 Agosto 1970, Articolo 73, 3-4

 2 Ministero dell’Educazione, Legge di Ordinamento Generale del Sistema Educativo, n. 1/1990, artt. 24.4, 27.5, 34.2-3, 59.1, 60.1, Disposizione addizionale quarta, punto 5.

 3 Le materie obbligatorie per ciascuna delle specialità previste dall’Allegato I, Decreto 1692/1995 del 20 Ottobre 1995 sono: Scienze della Natura, Scienze Sociali, Educazione fisica, Educazione Visiva e Plastica, Filosofia, Lingua e Letteratura, Lingue classiche, Lingue straniere, Matematica, Musica, Psicologia e pedagogia, Tecnologia.