Torna al sommario di Comunicazione Filosofica

Comunicazione Filosofica n. 5 - maggio 1999

 

Mario Trombino

NOTE TECNICHE SU FILOSOFIA NELLA TERZA PROVA E NEL COLLOQUIO DEL NUOVO ESAME DI STATO

 

Su richiesta della direzione di Comunicazione Filosofica, propongo qui come contributo al dibattito due schemi di riflessione di natura esclusivamente tecnica sul tema indicato nel titolo, nati in contesti differenti: il primo come precisazione tecnica all'interno del dibattito tra i membri della Commissione Didattica della SFI; il secondo come contributo ad una giornata di studi organizzata dall'IRRSAE_Veneto a Mestre il 23 Marzo 1999.


Brevi note sulle tipologie della "Terza Prova"

 

Queste note riguardano soltanto le prime due tipologie tra quelle definite dal Ministero. La tesi di fondo è che si tratta di tipologie di natura formale che lasciano libero campo - nelle norme non è posta alcuna limitazione - a moltissimi tipi di lavoro filosofico. Naturalmente nell'ambito della scrittura filosofica, ad esclusione dell'oralità.

Queste brevi note sono soltanto una illustrazione di questa tesi, a partire da un esame formale delle due tipologie. Non è presa in considerazione la terza tipologia per la difficoltà di inquadrarne il carattere, non essendo chiaro come la comune tipologia dei quesiti a risposta chiusa possa essere applicata nel numero massimo di domande consentito per quest'anno ai fini di una corretta valutazione su tutti i parametri che le norme richiedono (art. 1: "…accertare le conoscenze, competenze e capacità acquisite dal candidato, nonché le capacità di utilizzare e integrare conoscenze e competenze relative alle materie dell'ultimo anno di corso, anche ai fini di una produzione scritta, grafica o pratica").

Ecco dunque un estratto dalle norme:

"1. La prova […] può comprendere, alternativamente o cumulativamente, le seguenti tipologie di svolgimento:

A - Trattazione sintetica di argomenti

La proposta di trattazione sintetica di argomenti significativi, anche a carattere pluridisciplinare, contiene l'indicazione della estensione massima consentita (numero delle righe o delle parole). Tale proposta può essere presentata al candidato anche mediante un breve testo, in relazione al quale vengano poste specifiche domande.

B - Quesiti a risposta singola

I quesiti a risposta singola, volti ad accertare la conoscenza e i livelli di competenza raggiunti dal candidato su argomenti riguardanti una o più materie, possono essere articolati in una o più domande chiaramente esplicitate. Le risposte debbono essere in ogni caso autonomamente formulate dal candidato e contenute nei limiti della estensione massima indicata dalla Commissione, analogamente a quanto previsto alla precedente lettera A".

Come è noto, il Ministero non ha definito che cosa debba intendersi per "pluridisciplinare" e dunque non possono che essere considerate legittime entrambi le interpretazioni correnti:

· la prova può essere pluridisciplinare come somma di prove distinte di materie distinte;

· la prova può essere pluridisciplinare all'interno di ciascuno degli elementi formali di cui si compone (trattazioni e quesiti).

Inoltre le tipologie di svolgimento possono essere usate, nella costruzione della prova, sia in alternativa che insieme ("alternativamente o cumulativamente"), e questo è utile ai fini della valutazione perché in una prova ciascuna "forma" mette in valore una determinata potenzialità di ciascun candidato/a. Se la prova è costruita con strutture formali troppo rigide, questo favorisce chi ha potenzialità adeguate a quella forma-tipo e penalizza chi non le ha (e ne ha delle altre). Un problema molto serio, questo, in sede di valutazione d'esame.

Da un punto di vista formale, la cosa è rafforzata anche dalla breve definizione della prova di tipo A, che consente esplicitamente la posizione di domande, con il che la tipologia B viene inserita di fatto nella A.

Ad un prime esame, le tipologie A e B sembrano dovere dar luogo a prove che mettano soprattutto in valore la capacità di sintesi dei candidati, ma una lettura attenta prova che non è così. Da questo punto di vista i candidati non possono sfuggire solo a questo: devono mostrare di sapere stare negli spazi prefissati. Tutto lì.

Ma in quegli spazi nulla nelle norme vieta che vengano messe in valore capacità di analisi, capacità di riflessione, capacità creative, e così via. Assolutamente nulla.

Lo stesso aggettivo "sintetico" riferito alla "Trattazione" sin nel titolo della prima tipologia ha un riferimento chiaro soltanto al "numero delle righe o delle parole". Nulla nel testo indica che non si possa proporre al candidato una trattazione con forti componenti di analisi o di creatività. Per esempio, nulla vieta di proporre ai candidati un esercizio, a partire da un brano proposto, che chieda una analisi del linguaggio filosofico, o un esercizio di imitazione o traslazione di stile (secondo le tipologie di cui la storia della filosofia ci fornisce i modelli); oppure che chieda di utilizzare i concetti e il linguaggio dell'autore per l'esame di problemi o anche soltanto per la loro definizione; o di proporre argomentazioni su un punto particolare sulla base dei princìpi generali di una filosofia, secondo uno dei modelli didattici delle antiche scuole ellenistiche; e così via elencando.

Stando al testo, la tipologia 1 obbliga solo a questo: che, qualsiasi cosa si chieda ai candidati, gliela si chieda sulla base di due precise regole che la Commissione dovrà rispettare nel formulare la prova:

· indicare ai candidati che cosa significa "trattazione sintetica", e quindi entro quali spazi, in numero di righe o di parole, deve stare il loro scritto per ciascuna trattazione;

· che gli argomenti proposti per la trattazione siano significativi.

Stando al testo, la tipologia 1 indica poi, esplicitamente, tre possibilità:

· che la trattazione richiesta abbia carattere pluridisciplinare (il che non è ulteriormente chiarito, e l'aggettivo può avere una doppia interpretazione);

· che la proposta di trattazione sia riferita ad un breve testo;

· che siano poste specifiche domande.

Non una parola, nel testo ministeriale, che non abbia un carattere di regola formale. La libertà di insegnamento è dunque pienamente rispettata e sulla didattica non c'è un sola indicazione (ciò che viene detto è solo la forma che, qualunque sia la didattica utilizzata, essa dovrà assumere). Ne segue che la responsabilità didattica è, come sempre, interamente degli insegnanti.

Ancora più chiare queste caratteristiche per la tipologia B. Le regole che vengono definite hanno tutte un carattere formale. La commissione deve formulare quesiti

· che possano prevedere una risposta singola (dunque non seguono le norme quesiti formulati in modo da prevedere risposte che non siano singole);

· che permettano di accertare la conoscenza e i livelli di competenza raggiunti dai candidati (su quali tipologie di quesiti lo permettano e quali no, nulla è detto: la responsabilità didattica è dunque interamente della Commissione e questa regola è solo formale);

· che siano chiaramente esplicitati;

· che permettano al candidato di formulare autonomamente la risposta (una vera sfida, questa, per la ricerca didattica: è estremamente facile disattendere questa regola posta dal Ministero e scrivere senza volerlo quesiti e domande che limitano di fatto questa autonomia);

· con l'indicazione della estensione massima consentita per la risposta.

C'è solo una possibilità di scelta per le regole formali:

· la Commissione può scegliere se articolare un quesito (che così si apparenta all'"argomento" della tipologia A) in più domande.

Come è facile osservare, potendosi ogni richiesta ai candidati su un contenuto (un dato, un'analisi da fare, una argomentazione da trovare, un problema, una definizione, una produzione creativa, un'analisi di casi, e così via) formulare tanto in termini di "argomenti" che di "quesiti" (e per di più permutabili, perché gli argomenti nella tipologia possono essere posti attraverso "specifiche domande" - tipologia 1 -, e i quesiti possono essere in realtà argomenti egualmente "articolati in una o più domande" - tipologia 2) le due tipologie A e B descrivono diversi modi per presentare lo stesso esercizio (per esempio di sintesi, o di analisi, o di riflessione, o creativo, e così via).

Su quale debba essere questo esercizio (o questi esercizi), il Ministero non dice. Dunque la responsabilità è degli insegnanti - ed è responsabilità in primo luogo didattica - ed è un alibi costruire esercizi sotto forma di definizioni in 5 righe "perché così vuole il Ministero". Spazi prefissati può significare 5 righe o 30 (una pagina di foglio protocollo) o 60 (due pagine), o 1, se si richiede un titolo secondo l'una o l'altra delle regole e degli stili possibili; quesito può significare analisi di casi o ricerca di una argomentazione, o di un esempio o moltissimi altri tipi di esercizi.

Questo scritto non parte dalla ingenua concezione dell'indipendenza della forma rispetto ai suoi contenuti. Tuttavia una forma c'è sempre e sempre con una forma bisogna quindi fare i conti. Di una forma vanno sfruttate le potenzialità, e la didattica studia come educare i giovani a questo. Per questo la responsabilità è dei professori, nella loro piena libertà di insegnamento.

Libertà che per il fatto di dovere essere esercitata in una forma non per questo è negata, trovandoci sempre in didattica in presenza di una forma.


La Filosofia nel Colloquio del nuovo Esame di Stato

A cura di Mario Trombino

 

Estratti dalle norme

Dalla Legge 10 dicembre 1997, n. 425

Disposizioni per la riforma degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore

Art. 1

Finalità e disciplina degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore

1.Gli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore hanno come fine l'analisi e la verifica della preparazione di ciascun candidato in relazione agli obiettivi generali e specifici propri di ciascun indirizzo di studi.

Art. 3

Contenuto ed esito dell'esame

3.Il colloquio si svolge su argomenti di interesse multidisciplinare attinenti ai programmi e al lavoro didattico dell'ultimo anno di corso.

Il corsivo è mio.


Dal D.P.R. 23 Luglio 1998, n. 323

Regolamento del nuovo Esame di Stato

Art. 1

(Finalità dell'esame di Stato)

3. (Regolamento) L’analisi e la verifica della preparazione di ciascun candidato tendono ad accertare le conoscenze generali e specifiche, le competenze in quanto possesso di abilità, anche di carattere applicativo, e le capacità elaborative, logiche e critiche acquisite.

Art. 4

(Contenuto ed esito dell’esame)

1. (L. 425, art.3, commi 1 e 4, e Regolamento) L’esame di Stato comprende tre prove scritte aventi le caratteristiche di cui ai commi 2, 3 e 4 ed un colloquio volti ad evidenziare le conoscenze, competenze e capacità acquisite dal candidato. (…)

2. (L. 425, art.3, comma 1, e Regolamento) La prima prova scritta è intesa ad accertare la padronanza della lingua italiana o della lingua nella quale si svolge l’insegnamento, nonché le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche del candidato, consentendo la libera espressione della personale creatività; (…).

3. (L. 425, art.3, comma 1, e Regolamento) La seconda prova scritta è intesa ad accertare le conoscenze specifiche del candidato (…).

4. (L. 425, art.3, comma 1, e Regolamento) La terza prova, a carattere pluridisciplinare, è intesa ad accertare, oltre quanto previsto dal comma 1, le capacità del candidato di utilizzare ed integrare conoscenze e competenze relative alle materie dell’ultimo anno di corso, anche ai fini di una produzione scritta, grafica o pratica. (…)

5. (L. 425, art.3, comma 3, e Regolamento) Il colloquio tende ad accertare la padronanza della lingua, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle nell’argomentazione e di discutere ed approfondire sotto vari profili i diversi argomenti. Esso si svolge su argomenti di interesse pluridisciplinare attinenti ai programmi e al lavoro didattico dell’ultimo anno di corso.

Art. 5

(Modalità di invio, formazione e svolgimento delle prove d'esame)

7. (Regolamento) Il colloquio ha inizio con un argomento o con la presentazione di esperienze di ricerca e di progetto, anche in forma multimediale, scelti dal candidato. Esso, tenendo conto di quanto previsto dal comma 8, prosegue su argomenti proposti al candidato a norma dell’art. 4, comma 5. Gli argomenti possono essere introdotti mediante la proposta di un testo, di un documento, di un progetto o di altra indicazione di cui il candidato individua le componenti culturali, discutendole. Nel corso del colloquio deve essere assicurata la possibilità di discutere gli elaborati relativi alle prove scritte.

8. (L. 425, art.4, comma 3, e Regolamento) Le commissioni d’esame possono provvedere alle correzioni delle prove scritte e all’espletamento del colloquio operando per aree disciplinari definite dal Ministro della pubblica istruzione con proprio decreto, ferma restando la responsabilità collegiale delle commissioni.

Il corsivo è mio.


Dall'O. M. n. 38, 11 febbraio 1999

Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore nelle scuole statali e non statali. Anno scolastico 1998/99

 

Art. 6 - Documento del Consiglio di Classe

1. I consigli di classe dell'ultimo anno di corso elaborano, entro il 15 maggio, per la commissione d'esame, un apposito documento relativo all'azione educativa e didattica realizzata nell'ultimo anno di corso.

2.Tale documento indica i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso formativo, i criteri, gli strumenti di valutazione adottati, gli obiettivi raggiunti, nonché ogni altro elemento che i consigli di classe ritengano significativo ai fini dello svolgimento degli esami.

5. Al documento stesso possono essere allegati eventuali atti relativi alle prove effettuate e alle iniziative realizzate durante l'anno in preparazione dell'esame di Stato, nonché alla partecipazione attiva e responsabile degli alunni ai sensi del Regolamento recante le norme dello Statuto delle studentesse e degli studenti emanato con DPR n.249 del 24/6/98.

Art. 16 - Colloquio

1. Il colloquio si svolge alla presenza dell'intera commissione, salvo quanto previsto dall'art.11, comma 5.

2. Il colloquio ha inizio con un argomento o con la presentazione di esperienze di ricerca e di progetto, anche in forma multimediale, scelti dal candidato. Rientra tra le esperienze di ricerca e di progetto la presentazione da parte dei candidati di lavori preparati, durante l'anno scolastico, con l'ausilio degli insegnanti della classe.

Il corsivo è mio.


Dal sito Internet del MPI (www.istruzione.it)

F.Q.A sul Documento del Consiglio di Classe

 

1. Che cosa è il Documento del consiglio di classe?

E' il documento che certifica ufficialmente il percorso educativo e formativo di una specifica classe e deve esplicitare i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi di questo percorso. Deve anche indicare i criteri e gli strumenti di valutazione adotatti e gli obiettivi effettivamente raggiunti. Obiettivi e percorsi didattici vanno riferiti all'intera classe e non ai singoli studenti. Il Documento costituisce la base per l'elaborazione della terza prova e per la conduzione del colloquio. Deve essere redatto in modo collegiale dal consiglio di classe entro il 15 maggio, affisso all'albo dell'Istituto e consegnato in copia a ciascun candidato interno ed esterno afferente a quella specifica classe, e comunque a tutti coloro che ne facciano richiesta.

 

2. In che senso si dice che il Documento del consiglio di classe influenza la conduzione dell'esame?

Il Documento del consiglio di classe costituisce un ineludibile punto di riferimento per la commissione d'esame, ma non deve contenere nessuna prescrizione per la commissione stessa. Il consiglio di classe non deve scrivere nel Documento quale tipologia dovrà essere scelta per la formulazione della terza prova scritta, ma dovrà dire quali esercitazioni didattiche sono state svolte nella classe; non dovrà neanche indicare le quattro discipline oggetto della terza prova, dato che questa scelta spetta alla commissione. In altre parole, il testo del Documento deve organizzare in maniera armonica il lavoro svolto dalla classe, illustrarlo con chiarezza e senza imperativi per evitare tensioni nella commissione.

 

3. Esiste qualche vincolo per il consiglio di classe nella predisposizione del Documento?

La formulazione del Documento, sia nei contenuti che nel taglio, è lasciata all'assoluta libertà del consiglio di classe, che potrà predisporlo nel modo più consono ai programmi e alle attività svolti dalla classe. L'unico vincolo dettato dalla normativa è la scadenza del 15 maggio fissata per la presentazione del Documento.

 

4. Oltre al Documento del consiglio di classe è necessario presentare anche i programmi delle singole discipline?

I programmi delle singole discipline sono una componente irrinunciabile del Documento. Essi hanno una funzione insostituibile anche per l'organizzazione della terza prova e del colloquio, sia nel caso di un accertamento su argomenti attinenti le diverse discipline, sia nel caso di raggruppamento per aree disciplinari.

Il corsivo è mio.


Schemi riassuntivi tratti dalle norme sul Colloquio dell'Esame di Stato

 

Schema n. 1

Finalità generale dell'Esame di Stato Cosa deve accertare il colloquio Su cosa si svolge il colloquio

Accertare le conoscenze generali Padronanza della lingua Argomenti di interesse pluridisciplinare attinenti ai programmi dell'ultimo anno
Accertare le conoscenze specifiche Capacità di utilizzare le conoscenze acquisite Argomenti di interesse pluridisciplinare attinenti al lavoro didattico dell'ultimo anno
Accertare le abilità (anche applicative) Capacità di collegare nell'argomentazione le conoscenze acquisite  
Accertare le capacità elaborative Capacità di discutere e di approfondire sotto vari profili i diversi argomenti  
Accertare le capacità logiche Capacità di individuare le componenti culturali di un testo o di un documento o di un progetto, o altro, proposto dalla commissione come introduzione agli argomenti di interesse pluridisciplinare  
Accertare le capacità critiche Capacità di discutere le componenti culturali di un testo o di un documento o di un progetto, o altro, proposto dalla commissione come introduzione agli argomenti di interesse pluridisciplinare  

 

 

Note:

1. Tra le finalità generali dell'Esame di Stato compare l'accertamento delle conoscenze generali e specifiche sulle discipline. Questa finalità non compare tra quelle proprie del colloquio. C'è coerenza tra questo e il sistema complessivo delle prove d'esame, perché ogni prova è diversa dalle altre ed è finalizzata a valutare qualcosa di diverso dalle altre (si veda lo schema n. 3).

2. Su cosa si svolge il colloquio: non è mai detto nella Legge o nel Regolamento che si svolga su tutti i contenuti dei programmi dell'ultimo anno. E' sempre espressamente detto che deve svolgersi su "argomenti…", siano essi presentati dal candidato o proposti dalla commissione.

 

Schema n. 2

Modalità di svolgimento del colloquio

Inizio: Opzione 1:

Argomento di interesse pluridisciplinare attinente ai programmi dell'ultimo anno scelto dal candidato

Opzione 2:

Presentazione di una esperienza di ricerca e di progetto scelta dal candidato

Opzione 3:

Presentazione di una esperienza di ricerca e di progetto, in forma multimediale, scelta dal candidato

Opzione 4:

Argomenti di interesse pluridisciplinare attinenti ai programmi dell'ultimo anno proposti al candidato, introdotti mediante la proposta di un progetto

Proseguimento: Opzione 1:

Argomenti di interesse pluridisciplinare attinenti ai programmi dell'ultimo anno proposti al candidato

Opzione 2:

Argomenti di interesse pluridisciplinare attinenti ai programmi dell'ultimo anno proposti al candidato, introdotti mediante la proposta di un testo

Opzione 3:

Argomenti di interesse pluridisciplinare attinenti ai programmi dell'ultimo anno proposti al candidato, introdotti mediante la proposta di un documento

Opzione 4:

Argomenti di interesse pluridisciplinare attinenti ai programmi dell'ultimo anno proposti al candidato, introdotti mediante altre indicazioni

Note:

1. L'esperienza di ricerca o di progetto, anche in forma multimediale, con cui il candidato può iniziare il colloquio non è mai detto nelle norme che debba essere strettamente attinente ai programmi dell'ultimo anno. E' questo è coerente con le finalità del colloquio, che deve accertare essenzialmente delle capacità, e con la libertà stessa della ricerca. Si tratta di un elemento, questo, di forte personalizzazione e differenziazione del lavoro scolastico del tutto coerente con l'impianto generale dell'esame.

2. Nel proseguimento dell'esame, altrettanta libertà è lasciata alla commissione, che può addirittura presentare gli argomenti in forma non determinata ("…altre indicazioni") e quindi in linea di principio fino a quel momento del tutto ignota allo studente. Che deve dimostrare di possedere gli strumenti per individuare e discutere le componenti culturali di qualcosa che non ha mai visto prima. Ed anche questo è coerente con l'impianto dell'esame.

3. Tutto questo può però avvenire solo entro i limiti dei soliti "argomenti di carattere pluridisciplinare…". E' quindi chiaro che non può avvenire su tutti gli argomenti di tutte le discipline dell'ultimo anno. Ciò che la prova deve valutare, infatti, non è la quantità di conoscenze generali e specifiche del candidato, ma le sue "capacità di…".

4. Nessuna norma chiarisce se gli "argomenti di carattere pluridisciplinare…" devono essere definiti dal Consiglio di Classe nel suo documento del 15 Maggio.

5. Dalle "modalità di svolgimento del colloquio" appare quindi con molta chiarezza che gli argomenti non possano essere tutti gli argomenti di tutte le materie dell'ultimo anno, perché si parla sempre e solo di "argomenti di carattere pluridisciplinare attinenti ai programmi dell'ultimo anno". Ma nulla è detto se di questi argomenti esiste una lista (analoga alla lista dei singoli programmi) o se la Commissione può scegliere liberamente sulla base dei "programmi dell'ultimo anno". La differenza ai fini della didattica in corso d'anno e ai fini della preparazione degli studenti è ovviamente decisiva. E' quindi indispensabile esaminare le norme sul documento del 15 maggio prodotto dal Consiglio di Classe.

 

Schema n. 3

Finalità di:

Prima prova scritta Seconda prova scritta Terza prova scritta Colloquio

Padronanza della lingua Conoscenze specifiche del candidato Le capacità del candidato di utilizzare conoscenze relative alle materie dell’ultimo anno di corso, anche ai fini di una produzione scritta, grafica o pratica Padronanza della lingua
Capacità espressive   Le capacità del candidato di integrare conoscenze relative alle materie dell’ultimo anno di corso, anche ai fini di una produzione scritta, grafica o pratica Capacità di utilizzare le conoscenze acquisite
Capacità logico-linguistiche   Le capacità del candidato di utilizzare competenze relative alle materie dell’ultimo anno di corso, anche ai fini di una produzione scritta, grafica o pratica Capacità di collegare nell'argomentazione le conoscenze acquisite
Capacità critiche   Le capacità del candidato di integrare competenze relative alle materie dell’ultimo anno di corso, anche ai fini di una produzione scritta, grafica o pratica Capacità di discutere e di approfondire sotto vari profili i diversi argomenti
Libera espressione della personale creatività     Capacità di individuare le componenti culturali di un testo o di un documento o di un progetto, o altro, proposto dalla commissione come introduzione agli argomenti di interesse pluridisciplinare
      Capacità di discutere le componenti culturali di un testo o di un documento o di un progetto, o altro, proposto dalla commissione come introduzione agli argomenti di interesse pluridisciplinare

Nota:

1. Si osservi la netta distinzione nelle finalità tra una prova e l'altra. Non può quindi trattarsi di indicazioni generiche: con tutta evidenza, si tratta di precise indicazioni normative.

2. Si osservi che le conoscenze del candidato in quanto tali, e non in quanto legate a capacità, sono da verificare solo per la seconda prova scritta.

3. La differenza nelle finalità della terza prova e nel colloquio sono relative più che altro alla differenza dei registri, orale e scritto.

 

Schema n. 4

Documento del Consiglio di Classe

Il documento riguarda: l'azione educativa realizzata nell'ultimo anno di corso l'azione didattica realizzata nell'ultimo anno di corso    
Il documento indica Il percorso formativo, riguardo a:

- i contenuti

- i metodi

- i mezzi

- gli spazi

- i tempi

gli strumenti di valutazione adottati gli obiettivi raggiunti ogni altro elemento che i consigli di classe ritengano significativo ai fini dello svolgimento degli esami
Opzioni: possono essere allegati eventuali atti relativi alle prove effettuate durante l'anno possono essere allegati eventuali atti relativi alle iniziative realizzate durante l'anno Possono essere allegati eventuali atti relativi alla partecipazione attiva e responsabile degli alunni durante l'anno  

Note:

1. Il Documento è presentato soltanto come descrittivo e informativo: deve dare alla commissione tutte le informazioni perché possa svolgere il lavoro con piana consapevolezza di quanto è accaduto in quella classe durante l'anno.

2. Il Consiglio di Classe deve quindi "narrare" anche i contenuti trattati nell'anno in ogni singola disciplina.

3. Il Consiglio di Classe può allegare ogni elemento che ritiene sia significativo, quindi non c'è una struttura fissa per questo documento.

4. Non c'è quindi nessuna prescrizione sul modo di presentare i contenuti dei programmi di ciascuna delle discipline. Sui programmi è quindi del tutto legittimo - anzi è doveroso quando la didattica in aula si sia svolta così - presentare due elenchi (o altre forme di presentazione: il Consiglio di Classe è del tutto libero sulla forma del documento): quello degli argomenti di ciascuna disciplina; quello degli argomenti di interesse multidiciplinare trattati. Questo non vincola la commissione, perché nulla le vieta di proporre al candidato altri argomenti multidisciplinari, purché attinenti ai programmi svolti nelle singole discipline.

5. E' scelta didattica e organizzativa degli insegnanti quella di organizzare in modo ampio o limitato il proprio lavoro in corso d'anno in termini di contenuti disciplinari o di argomenti pluridisciplinari.

6. Nelle F.Q.A. sul Colloquio (che non sono tuttavia "norme") è detto che " il testo del Documento deve organizzare in maniera armonica il lavoro svolto dalla classe, illustrarlo con chiarezza e senza imperativi per evitare tensioni nella commissione" e dunque è piena responsabilità del Consiglio di Classe la forma con cui presentare i programmi.


Sintesi dai Documenti

 

1. Una delle differenze più radicali tra questo esame e il precedente è che il primo si basa su un concetto non definito in una articolazione precisa (il concetto di "maturità"), mentre questo esame elenca punto per punto ciò che va valutato, e distingue una prova dall'altra quanto a ciò che deve essere valutato. Le prove d'esame hanno infatti finalità diverse e danno luogo a valutazioni diverse: alcune sui contenuti, altre su un numero preciso e definito di capacità. In questo l'esame è davvero diverso perché definisce in modo chiaro le capacità al cui sviluppo la scuola deve mirare.

L'elenco delle capacità che il colloquio deve verificare è quindi, allo stesso tempo, una delle finalità a cui devono mirare le discipline e l'azione didattica del professore, e quindi anche Filosofia e il professore di Filosofia. Eccole: sono le capacita di:

- utilizzare le conoscenze acquisite

- collegare nell'argomentazione le conoscenze acquisite

- discutere e di approfondire sotto vari profili i diversi argomenti

- individuare le componenti culturali di un testo o di un documento o di un progetto, o altro, proposto dalla commissione come introduzione agli argomenti di interesse pluridisciplinare

- discutere le componenti culturali di un testo o di un documento o di un progetto, o altro, proposto dalla commissione come introduzione agli argomenti di interesse pluridisciplinare.

 

2. Responsabilità del professore è preparare gli studenti alla padronanza di queste capacità, mediante gli strumenti dell'oralità e della multimedialità (quest'ultima in modo non vincolante, perché si tratta di una opzione). Dunque la domanda in sede di didattica della Filosofia è la seguente:

- quali forme di lavoro filosofico in aula sono utili, in concorso con le forme di lavoro proposte dai professori delle altre discipline, perché ciascun singolo studente sia ben guidato, dovendo acquisire la padronanza di queste capacità?

E' evidentemente indispensabile una modifica nella didattica, essendovi stata una modifica di accento nelle finalità dell'insegnamento della scuola superiore. Adesso, infatti, una specifica prova le misura una ad una. A questa domanda se ne dovrà affiancare una seconda, relativa agli strumenti di verifica, che andranno descritti anch'essi nel documento del Consiglio di Classe del 15 Maggio:

- sul terreno dell'oralità (e delle forme di scrittura che la preparano), quali forme di verifica in corso d'anno sono idonee ad accertare il grado in cui uno studente possiede queste capacità, in modo da potere definire le tappe di un percorso formativo personalizzato?

Non è morta la vecchia interrogazione, si tratta però di estenderne le forme e di affiancarla ad altri strumenti di verifica (orali ed, eventualmente, multimediali, ma sempre a fianco dell'oralità perché lo studente dovrà comunque presentare il suo prodotto e dialogare su di esso).

Naturalmente in sede di didattica generale (e non solo per Filosofia, data la collegialità della responsabilità della Commissione) dovranno essere definite con chiarezza operativa (e non solo in linea di principio) le regole che i commissari devono seguire nella conduzione del colloquio, regole che dovranno tenere conto anche delle regole della comunicazione tra pari (tali sono i commissari); e dunque la domanda in sede di didattica generale può essere formulata in maniera seguente:

- quali regole deve eseguire la Commissione nella conduzione dell'esame orale?

3. Se non si vuole che lo studente si trovi di fronte alla possibilità che la Commissione gli presenti argomenti di interessi multidisciplinare tratti con assoluta libertà dai programmi (in numero quindi potenzialmente illimitato, data la vastità dei programmi) - almeno finché il Ministero non modificherà questo punto del Regolamento o finché non vi sarà una riforma dei programmi - i programmi stessi devono essere trattati avendo come finalità la logica degli "argomenti di interesse multidisciplinare".

Per la filosofia questo non costituisce in alcun modo un problema perché non c'è forse tema trattato che non "interessi" altre discipline. Costituisce però un problema per la didattica perché il modo di trattare i temi in aula va profondamente modificato.


Esempi di forme di lavoro filosofico utili alla preparazione al colloquio dell'Esame di Stato

 

Gli esempi che seguono non si riferiscono ai lavori che gli studenti possono presentare al colloquio, ma ai lavori che il professore può proporre nella normale didattica in aula ai fini della preparazione al colloquio. Anche se fuori tradizione, data la situazione venutasi a creare col nuovo Esame di stato vanno considerati ormai strumenti ordinari, da integrare nella didattica tradizionale (che va assolutamente mantenuta, perché questi esercizi possono essere proposti solo come integrazione, limitata nel tempo, delle forme tradizionali di insegnamento). Naturalmente va completamente rivista la programmazione del tempo a scuola, e su questo non c'è nulla da fare: a nuove finalità non può che corrispondere nuova programmazione.

In estrema sintesi (su questo punto gli studi specifici sono ancora pochi e le incertezze moltissime):

 

A. Sul registro della scrittura come preparazione a lavori orali o multimediali:

Si vedano le seguenti schede dal sito "Il Giardino dei Pensieri", area "Classificazione", che descrivono esercizi scritti che possono essere utilizzati in preparazione a lavori orali (dibattiti in aula, esposizioni autonome, ecc.):

 

Esercizi di analisi dei testi

Scheda 2.1 - Definizioni, spiegazioni, parole-chiave, costruzione di un dizionario personale

Scheda 2.3 - Domande al testo: lettura critica

Scheda 2.4 - Analisi di un testo mediante l'elaborazione di una scheda o di uno schema, o mediante la ricerca di passi

 

Esercizi di sintesi

Scheda 3.1 - Riassunto, breve o lungo, di un testo o di una dottrina filosofica

Scheda 3.2 - Composizione su temi o problemi

 

Gli esercizi scritti di creatività

Scheda 5.1 - La lettera

Scheda 5.2 - Scrivere un dialogo

Scheda 5.3 - Narrare una storia, scrivere un racconto

Scheda 5.6 - Uso della terminologia filosofica in un contesto indipendente

Scheda 5.7 - Definire le regole

Scheda 5.8 - Linguaggi non verbali

 

Gli esercizi di confronto tra testi

Scheda 6.1 - Confronto diretto tra brevi brani su un solo tema

Scheda 6.2 - Analisi di un tema di storia della filosofia attraverso la ricostruzione di un percorso

 

Gli esercizi di riflessione

Scheda 7.1 - Ricerca di esempi

Scheda 7.2 - Il pensiero in formazione: analisi della propria esperienza in rapporto al testo

Scheda 7.3 - Intendere attraverso l'esperienza: analisi del testo attraverso il filtro della propria esperienza

Scheda 7.4 - Ricostruzione storica

Scheda 7.5 - Tesi controverse: ricerca di argomentazioni

Scheda 7.6 - Uso dei concetti filosofici per lo studio dell'opera d'arte

Scheda 7.7 - Analisi di casi

Scheda 7.8 - Osservare la natura come esercizio filosofico

 

B. Sul registro della multimedialità, che dovrà essere presentata in aula con gli strumenti dell'oralità:

1. Produzione multimediale su un tema mediante la preparazione di brevi videocassette che incrocino brani da film e testi orali, anche mediante videoregistrazioni di presentazioni in aula.
Esempio sul tema della guerra: brani di filmato dai dibattiti nella sala operativa del Pentagono dal film "Dottor Stranamore" commentati alle luce di passi di Kant (da "La pace perpetua"), Freud (il carteggio con Einstein e altri testi sulla guerra), Adorno, Jaspers ed altri, con una presentazione storica nel contesto della guerra fredda (materie interessate: filosofia, storia, letteratura)

2. Edizioni ipertestuali di testi filosofici.

Esempio: edizione multimediale illustrata di brani dal "Schopenhauer e Leopardi". I testi selezionati vengono presentati e annotati dagli studenti con citazioni dalle opere di Schopenhauer e di Leopardi, con spiegazioni relative ai molti riferimenti storici presenti nel testo, ecc.; le illustrazioni possono essere dell'epoca o predisposte dagli studenti stessi, e così via (materie interessate: filosofia, storia, letteratura, arte)

3. Edizioni su carta di testi filosofici.

Esempio: mini-antologie di brani presentati e annotati su temi di estetica (che consentono estensioni alle letterature italiane e straniere, all'arte, alla musica, e così via) o scientifici (come i concetti di evoluzione o di complessità).

4. Presentazioni multimediali di categorie filosofiche.

Esempio: testo orale (videocassetta) o scritto (su carta o al computer) sui concetti di "moderno/postmoderno" (soprattutto filosofia francese del secondo Novecento), che consentono estensioni alla musica, all'architettura, alle scienze, alla storia, ecc.

 

C. Sul registro della sola oralità:

Si vedano le seguenti schede dal sito "Il Giardino dei Pensieri", area "Classificazione":

I dibattiti in classe, tra classi, a classi aperte

Scheda 4.1 - Il gioco dei ruoli: il dibattito tra studenti-attori

Scheda 4.2 - Il dialogo personale tra studenti

Scheda 4.3 - Dialogo insegnante-studenti.

Ma altre forme orali specifiche di preparazione all'esame possono essere descritte (la "Classificazione" a cui sto qui facendo riferimento è attualmente oggetto di revisione):

- intervista ai professori (in modo che su temi filosofici - e non - sia lo studente il soggetto attivo);

- il confronto in contraddittorio basato sulla ricerca di argomentazioni (come esercizio di preparazione al confronto dialettico in sede di colloquio);

- l'esposizione di gruppo;

- l'intervento orale di analisi, di sintesi, di confronto tra testi (se si stanno studiando testi filosofici) e così via, preparato ed esposto dagli studenti in lezioni a classi aperte;

e così via. La ricerca didattica in sede empirica in questo campo è ancora ai suoi inizi.

 

Segnalazione bibliografica. E' appena stato pubblicato in Francia un libro di uno dei pochissimi gruppi europei che facciano ricerca empirica in didattica della filosofia:

Michel Tossi (coordonné par), L'oral argumentatif en philosophie, Réseau Académique Languedoc-Roussillon, CNDP Languedoc-Roussillon, Montpellier 1999. Ha sezioni specifiche dedicate all'Esame di Stato (francese).