Che cos'è il linguaggio?
Una proposta didattica su Wittgenstein e Heidegger
di Laura Brega
Introduzione
La scelta di elaborare un percorso didattico incentrato sul tema del linguaggio nasce dalla considerazione della filosofia come 'discorso filosofico', come pratica dialogante ed argomentativa, che non può prescindere dalla riflessione sul linguaggio come condizione del suo stesso farsi, del suo rendersi manifesta. Questo tipo di indagine mostra come il linguaggio - lungi dall'essere semplice 'strumento' per comunicare dei pensieri - sembra intrattenere esso stesso una relazione fondante con la sfera del valore e con l'ordine della verità. Le considerazioni sulla relazione tra linguaggio-pensiero-verità, che attraversano secondo modalità differenti tutta la storia della riflessione filosofica, conoscono nei due autori qui considerati - Wittgenstein e Heidegger - sviluppi che hanno segnato in modo ineludibile la storia della filosofia contemporanea, segnando un punto di riferimento fondamentale anche per la didattica. In particolare, si prenderanno qui in considerazione le riflessioni di Wittgenstein e Heidegger sui 'limiti' del linguaggio e sulle conseguenze che queste considerazioni comportano riguardo al modo in cui viene concepita la ricerca filosofica. Il percorso proposto si articola pertanto intorno ad una selezione di testi che metta in luce come, pur partendo da due prospettive di ricerca tra loro molto distanti (la logica per Wittgenstein e l'ontologia per Heidegger), entrambi questi autori arrivano a constatare una medesima 'difficoltà' che sembrerebbe scaturire proprio dai limiti insiti nel linguaggio. La settima proposizione del Tractatus logico-philosophicus e la conclusione di Essere e Tempo registrano una sorta di 'stallo' di fronte al problema del 'senso del mondo' (di cui il linguaggio non potrebbe parlare) e del 'senso dell'essere' (che il linguaggio della metafisica non riuscirebbe a dire). In Wittgenstein il tema del non-detto si intreccia a sua volta con una serie di considerazioni sull'impossibilità di tradurre in parola la 'forma logica' che viene invece costantemente mostrata proprio dal linguaggio stesso. In Heidegger il problema di ciò che 'non si può dire' si riconnette alle riflessioni sulla parola poetica, e sullo 'sfondo di silenzio' sul quale si staglia la possibilità di un discorso che rivela (e nasconde al tempo stesso) il rapporto dell'uomo con l'essere. E di nuovo, il rapporto tra dire e mostrare, che è centrale nel Tractatus logico-philosophicus, sembra essere presente anche nelle riflessioni heideggeriane nella forma del linguaggio che mostra, che apre un mondo, proprio là dove non dice e dove non può dire. Questo 'sfondo di silenzio' e l'enorme rilievo di ciò che non può essere tradotto in parola sembra in qualche modo caratterizzare la riflessione di entrambi i filosofi, portandoli ad approfondire il tema del linguaggio come luogo di confronto non eludibile per chiarire il senso della ricerca filosofica stessa. Da questi spunti è nata l'idea di creare un'ipotesi didattica che partendo da una domanda generale sulla natura del linguaggio, individuasse diversi possibili modelli di risposta che emergerebbero dalla lettura di passi del Tractatus Logico-Philosophicus, delle Ricerche Filosofiche, della Lettera sull'umanismo e della raccolta di saggi In cammino verso il linguaggio. I temi affrontati nel percorso si articolano quindi intorno a questi differenti elementi di riflessione, che vengono fatti scaturire dalla lettura diretta dei brani degli autori:
L'articolazione del percorso viene qui di seguito mostrata attraverso una presentazione generale del tema (Il quadro teorico) seguita dalla sua declinazione operativa in differenti fasi di lavoro (La proposta didattica). Come già segnalato, centrale per lo sviluppo del percorso risulterà essere il confronto diretto con la parola dei filosofi, la cui rassegna di testi viene presentata nella sezione antologica (I brani degli autori). Completano il percorso una proposta di riflessione finale in forma di verifica - anch'essa presentata nella sezione didattica (cfr. La proposta didattica, Verifica scritta) - ed una Nota Bibliografica che presenta una selezione di testi - necessariamente molto 'limitata' e 'parziale', data la vastità del tema - che possono offrire spunti utili sia per l'approfondimento personale sia per l'attivazione didattica. La profondità speculativa dei temi qui accennati costituirebbe poi l'occasione per inserire il percorso in oggetto in un più vasto panorama di riflessioni, facendo ad esempio scaturire dal confronto tra questi due filosofi considerazioni di ampia portata relative al compito che la riflessione contemporanea assegna alla filosofia: se la filosofia si affida da sempre ed in modo inevitabile al linguaggio, chiarire quali siano i limiti del linguaggio significherà anche necessariamente riflettere sul senso della filosofia stessa. Il tema in oggetto sembra infine suggerire un approccio didattico che permetta agli studenti di fare concreta esperienza del dialogo e del discorso filosofico, sia come confronto diretto con i testi degli autori, sia come possibilità di articolare le proprie posizioni attraverso un dibattito con i compagni e con il docente. Come risulterà dalle indicazioni contenute nella sezione La proposta didattica, si è qui deciso di adottare un approccio 'misto' che integrasse la lezione frontale (fondamentale per la messa a tema dei concetti-chiave del percorso stesso) con una serie di attivazioni didattiche che potessero stimolare la partecipazione degli studenti al dialogo educativo.